Obiettivo e valore aggiunto dello studio
Lo stato delle Casse Pensioni svizzere suscita grande interesse presso gli assicurati, l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori. Molti indicatori, come ad esempio il grado di copertura tecnico, non sono però paragonabili tra di loro, in quanto basati su strutture eterogenee e metodi di valuta-zione diversi. A questo scopo, l’obiettivo del presente studio PPCmetrics “2. pilastro 2015: analisi dei conti annuali degli enti di previdenza” è di fornire un contributo al fine di fornire una migliore confrontabilità e una maggiore trasparenza nel mercato delle Casse Pensioni.
Ad oggi, esistono già diversi studi relativi alle Casse Pensioni svizzere. Che cosa porta di ag-giuntivo un’ulteriore analisi? Il valore aggiunto di questo studio viene creato attraverso tre elementi:
- Lo studio si basa sui dati riportati nei conti annuali ufficiali ed approvati degli enti di previdenza ed è quindi caratterizzato da un’affidabilità e una confrontabilità dei dati maggiore rispetto ad analisi basate su sondaggi soggettivi.
- Il documento si concentra su misure importanti e paragonabili tra loro, nonché, per mezzo del grado di copertura sottoposto a rischio, presenta un nuovo ed innovativo indicatore chiave.
- L’analisi poggia su di un universo esteso e rappresentativo, composto da 260 Casse Pensioni, capitale previdenziale pari all’incirca a CHF 565 miliardi e un totale di 3’079’598 assicurati.
Risultati principali
I risultati principali dello studio, per quanto ri-guarda lo scorso anno, possono essere riassunti nel seguente modo:
Corresponsione effettiva
Nel 2014, la corresponsione effettiva dei capitali di risparmio degli assicurati attivi è leggermente aumentata. Essa è ammontata in media a 2.3%, quindi sopra il valore dell’anno scorso pari a circa 2.0%. Le differenze tra le varie Casse sono però considerevoli: la corresponsione della maggior parte degli enti di previdenza (circa 53% delle Casse) si situa tra 1.5% e 2.0%. Allo stesso tempo, il 25% delle Casse nell’universo ha deciso una corresponsione superiore a 2.5% e all’incirca il 7% delle Casse pari o inferiore a 1.5% (cf. Capitolo 2).
Il confronto tra la corresponsione effettiva e il tasso tecnico mostra come, nel primato dei con-tributi, la corresponsione del capitale di previden-za dei beneficiari di rendita (tasso tecnico) sia stata maggiore rispetto alla corresponsione dei capitali di risparmio degli assicurati attivi (corre-sponsione effettiva).
Grado di copertura sottoposto a rischio
Il grado di copertura sottoposto a rischio mi-sura l’onere dei portatori di rischio (assicurati attivi e datore di lavoro) delle Casse Pensioni svizzere. Nel 2014, il grado di copertura sottopo-sto a rischio medio degli enti di previdenza a capitalizzazione integrale è diminuito da 101.6% (fine 2013) a 99.7%. Questo significa che a fine 2014, dopo aver scorporato le rendite correnti, in media il capitale restante era di poco inferiore alle prestazioni d’uscita degli assicurati attivi. Nel 2014, grazie ai buoni rendimenti della maggior parte delle categorie d’investimento, molte Casse hanno potuto registrare risultati molto positivi nella parte attiva del bilancio. Tale evoluzione positiva però non è bastata a compensare l’effetto negativo dettato dall’abbassamento dei tassi d’interesse di mercato e la conseguente crescita del valore degli impegni. Un punto di analisi interessante è anche rappresentato dall’evoluzione di singole Cassa rispetto all’evoluzione della media. In questa ottica, gli enti di previdenza con un maggiore grado di copertura sottoposto a rischio (di norma Casse con pochi beneficiari di rendita) hanno visto migliorare la propria situazione nel corso del 2014, per contro gli enti di previdenza con un minore grado di copertura sottoposto a rischio l’hanno vista peggiorare. Per ora, nel 2015, questo trend ha trovato con-ferma, in quanto in seguito all’abolizione il 15 gennaio 2015 del cambio minimo EUR/CHF, i tassi di interesse sono ulteriormente diminuiti. Con ciò, la capacità di rischio degli enti di previ-denza è quindi ulteriormente peggiorata.
Altri indicatori
Soltanto il 3% degli enti di previdenza di diritto privato viene ancora gestito nel primato delle prestazioni, rispetto al 21% delle Casse di diritto pubblico. Nell’ambito della scelta delle tavole di mortalità, le tavole per generazioni guadagnano sempre più di significato rispetto a quelle per periodi. A fine 2014, all’incirca il 25% degli enti di previdenza implementava tavole per generazioni. La quota tecnica media di capitale di previdenza degli assicurati attivi, rispetto al capitale di previdenza totale, ammontava a circa 57%.
La strategia d’investimento delle Casse Pensioni mostra grandi differenze tra i vari istituti. Ad esempio, la quota di Obbligazioni in CHF rispetto al portafo-glio totale mostra valori tra il 10% e il 52%, stes-sa caratteristica che si può riscontrare per gli investimenti immobiliari, che presentano quote tra il 5% e il 45%.
Tasso d’interesse tecnico
Il tasso d’interesse tecnico medio (tasso di valutazione) si è abbassato di 1.0 punto-% tra il 2008 e il 2014 ed ammonta a fine anno all’incirca a 2.75%. Tale riduzione è comunque meno mar-cata rispetto alla discesa, nello stesso periodo, del livello dei tassi (misurata per mezzo del ren-dimento a scadenza dei titoli della Confederazio-ne con scadenza a 10 anni) pari a 3.0 punti-%. Gli enti di previdenza di diritto pubblico presentano, in media, tassi tecnici più elevati rispetto agli istituti di diritto privato.
Spese di gestione patrimoniale
Le spese di gestione patrimoniale rivestono un ruolo centrale sia per l’opinione pubblica, sia per gli addetti ai lavori del 2. pilastro. In media (ri-spetto all’universo totale), nel 2014 tali costi sono ammontati a 0.4% degli investimenti trasparenti. I dati a disposizione non mostrano alcuna relazione tra la dimensione dell’ente di previdenza e i costi. Questa mancanza di relazione potrebbe porre alcuni quesiti in quanto, di regola, l’aumento di capitale ha come conseguenza una diminuzione (in punti-%) delle commissioni di gestione. D’altro canto, l’apparente mancanza di relazione può essere però argomentata dal fatto che, in generale, enti di previdenza con patrimoni importanti tendono ad implementare investimenti alternativi, i quali presentano di regola costi più elevati rispetto agli investimenti cosiddetti tradizionali. Fintanto che queste scelte possano portare a rendimenti netti maggiori, esse possono considerarsi nell’interesse degli assicurati.